In un assolato pomeriggio romano il vostro Te Sbundle si trova nella sua cucina a giocare a Guacamelee. Nel bel mezzo della lotta viene distratto da una notifica Facebook che recita: Aho, còmprate questo su Steam che te piace de sicuro. Copons
Mai suggerimento fu più azzeccato. Valdis Story: Abyssal City (VS da qui in avanti) è forse il gioco metroidvania (finalmente l’ho detto!!!) che senza neanche sbilanciarmi troppo si avvicina più di chiunque altro al capolavoro assoluto che era Castlevania Symphony Of The Night.
La cosa che più stupisce è che sia stato creato e progettato praticamente da due persone, un disegnatore e un programmatore (si fanno chiamare Endless Fluff) che grazie a kickstarter hanno potuto realizzare questo gioiello.
Non voglio assolutamente creare aspettative troppo alte ma VS è un gioco di cristi e madonne, nel senso letterale del termine. Dopo una battaglia navale finita male, ci troveremo catapultati in un mondo sottomarino costellato di piccoli villaggi, in cui angeli e demoni spadroneggiano sui poveri villici. Come se non bastasse, tra i due litiganti si intromettono anche strane creature, chiamate Ferals, che se ne fottono della faida e creano panico e caos a loro piacimento.
Ci sono quattro personaggi da scegliere per giocare, ma all’inizio potremo selezionarne solo due: Wyatt, guerriero molto incazzato mezzo demone alla ricerca di suo padre, e Reina, un’orfana cresciuta in un monastero a gestione angelica. La missione primaria sarà quella di riunire la ciurma dopodiché la trama si infittirà e saranno cavoli per tutti. Ogni membro della ciurma trovato potrà prestarci i suoi poteri/conoscenze o intervenire direttamente nel combattimento per infliggere danni maggiori ai nemici.
Purtroppo, l’essere solamente in due per la realizzazione del gioco ha costretto la Endless Fluff a rivolgersi, per sviluppare il gameplay, a un cercopiteco australe. I comandi sono quanto di peggio si possa desiderare e rovinano un po’ la valutazione generale. Se nel combattimento le risposte sono precise e non vi daranno problemi, i movimenti per le fasi platform, come salti sui muri/pareti, sono disastrosi e vi faranno bestemmiare ogni angelo e demone presente sullo schermo. Solo un perfido primate poteva generare una schivata così scomoda. Per evitare un attacco, infatti, dovremo eseguire due movimenti, pad in giù e successivamente destra o sinistra, se avrete culo ve la potete cavare provando ad usare solo la diagonale ma è un rischio che ad alte difficoltà può costare carissimo.
Se proprio vogliamo prendere Castlevania SOTN come termine di paragone, VS mostra una componente Gdr più marcata, con una gestione del personaggio classica che comprende: equipaggiamento, statistiche e abilità (che con l’aumentare di livello definiranno l’orientamento del personaggio). Proprio dietro questa struttura si nasconde la prima grossa incredibile magagna.
La bellezza di Castlevania stava nel poter scorrazzare liberamente per il castello e massacrare chiunque ci ostacolasse per aumentare di livello, sbloccare ogni possibile upgrade e diventare degli dei sulla terra, giusto? In VS questo non succede, più precisamente non lo hanno fatto succedere. Il massimo livello raggiungibile è il ventesimo (ho finito il gioco a difficile con Wyatt quindi mi riferisco alla sua avventura, ignoro se sia diverso per gli altri personaggi NdTeSbundle) dopodiché tutto si ferma. Potrebbe quindi capitare di arrivare alla fine del gioco non del tutto preparati ad affrontare i livelli e i boss più avanzati e inoltre non potremo mai avere un senso di completezza e crescita del personaggio.
I posti da visitare non sono tantissimi ma anche qui il gioco si complica la vita da solo. In VS non esiste una mappa generale, ma solo mappe delle singole aree visitabili, molto poco utile quando sarà necessario cercare un’area specifica per trovare un oggetto. Dovrete appellarvi al vostro senso dell’orientamento per riuscire a raggiungere il vostro obiettivo senza vagare sprecando energie preziose.
Un’altra occasione mancata riguarda l’equipaggiamento. In tutto il gioco le armi/armature si contano sulle dita di una mano e in alcuni casi ci sarà un enorme squilibrio di attributi tra un’arma/armatura e un’altra, vi troverete quindi a usare più o meno lo stesso equipaggiamento per tutto il gioco, potenziandolo di tanto in tanto ma senza doverlo per forza cambiare.
In realtà i difetti elencati intaccano solo in minima parte l’esperienza di gioco, dopo qualche ora si prende confidenza con il sistema di movimenti e della mappa non ce ne può fregare di meno: il gioco è bello, il character design è bello e LE MUSICHE SONO BELLISSIME! Languidi pianoforti e orchestre arrabbiate faranno da tappeto alla nostra avventura, da tantissimo tempo non mi rimaneva incastrato in testa un tema musicale di un videogioco, in VS avrete solo l’imbarazzo della scelta.
Il gioco è ricco di segreti da scoprire e ha una rigiocabilità molto alta, considerando i quattro personaggi e i vari livelli di difficoltà, rimane l’amaro in bocca per i piccoli dettagli che se fossero stati curati con più attenzione avrebbero permesso a VS di diventare indimenticabile.
Io l’ho finito poco prima di iniziare questo articolo e me lo sto già rigiocando, per me Valdis Story entra di prepotenza nei GOTY 2013, se amate Castlevania una chance gliela dovete dare.
P.s.
Mentre giocavo a Valdis Story nel frattempo ho finito Guacamelee tre volte. Lo dico per farvi capire la differenza tra giochi seri e giochi fatti apposta per attirare i gonzi.