ATTENZIONE QUEST’ARTICOLO POTREBBE CONTENERE SPOILERS!!!
Quanto mi scoccia. Quanto mi rode.
E’ che ho letto un sacco di recensioni in giro, tutte con voti altissimi, paragoni con i migliori giochi Open World. Persino un mio amico mi fa: “Guarda, ci sto giocando su PC, non puoi capire, una cosa fantastica. Poi hai tutta la giungla a disposizione, vai dove ti pare. Parecchio violento, e c’è questo sottofondo a base di droghe e psichedelia che vale da solo il gioco. Prendilo.”
Non mi fido. Nigel ha gusti discutibili. In tutti i campi della vita. Ma abbocco all’amo.

Aspetto un altro po’. Leggo altre recensioni, leggo disquisizioni sul sostrato filosofico della trama. Non compro un gioco da mesi. Quasi in doppia cifra, come un attaccante scarso. Sembra rispondere alla descrizione del mio gioco ideale. Vado. Non vado.
Vado.
Prendo la bici, vado più veloce del vento, mi faccio strada dentro Game Stop, supero la barriera di clienti con una piroetta e con un’agile mossa riesco a sopraffare due bambini grassottelli dalle manine paffutelle di fronte lo stand dei giochi usati. Eccolo. E’ mio. Cassa, paga, scendi, bici, tempo 15 minuti sono davanti la Tv con la mia Ps3.
Sigaretta.

Figata, intro da paura, c’è pure M.I.A. che in un qualche modo giustifica lo sfondo “capitalismo/tutto sbagliato/ritorna alle radici/ per scoprire che è un serpente che si mangia la coda”.
Un gruppo di giovincelli riccastri in vacanza in un paradiso tropicale, uno squilibrato, rapimento, violenza, una figata.
Supero la prima fase, riesco a scappare dal campo di prigionia, apprendendo i primi rudimenti del gioco, mentre mio fratello viene scannato dai rapitori/pirati/cattivi.
Stupendo il punto in cui, subito dopo la morte del fratello, scappi come un forsennato nella vegetazione con i cani e i pazzoidi alle calcagna. Quanto mi acchiappa sto gioco!

Prime fasi, la giungla è fatta bene. Non parlo del comparto tecnico, che mi interessa relativamente, quanto dell’impatto estetico dell’intero design: colori, suoni, cacchio mi sento come se ci fossi dentro io stesso. Mi muovo piano tra la vegetazione, scuoio un paio di animali e con la pelle mi faccio uno zaino e qualche altro oggetto utile al bagno di sangue che sto per scatenare. Le missioni sono fighe, poi arriva pure la droga UAAAAAAAAH e il guru fuori di testa dell’isola che mi consegna alla mia nuova vita da scotennato.
Poi i discorsi si fanno più intricati, le basi contenutistiche si allargano, e già mi viene un po’ da ridere perché tutto viaggia sulla calma superficie del luogo comune riguardante tutti i temi trattati e citati finora. Vabè, ci può stare, capita che gli script siano affidati a dei bambinoni, non è vitale.
Ma ok, continuiamo a giocare, vediamo cosa offre la prossima missione. Ci gioco 6 ore. Anche il giorno successivo. Ci gioco intensamente per una settimana. Esploro, corro, ammazzo, scanno, sparo, mi faccio, mi butto, salvo i miei amici phessi, faccio foto, guido automobili alla cazzo di cane per tutta l’isola, salvo popolani, recupero coltelli magici, lavoro per la CIA, ammazzo squali e coccodrilli, mi faccio di nuovo, ricarico il fucile, mi fiondo da una torre, acquisisco skills, mi tatuo, mi tatuo di più, mi faccio duro di nuovo, sono ancora più cazzuto, ricomincio a scannare, sparare, perdere lucidità, correre, assalto una nave, mi tuffo da un’altezza vertiginosa in una conca naturale profondo 200 metri, risalgo su, guardo la mappa, raccolgo fiori, erbe, soldi, incontro un dottore che fabbrica la roba, ci facciamo assieme, volo in deltaplano, vomito, mi curo, estraggo schegge di metallo dal mio corpo, mi rompo sempre lo stesso dito della mano e me lo rimetto a posto da solo, sono fatto come un animale, mi serve un personal trainer dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai DAAAAAAAAAAAAIIIIIIIIII!!!
E dai, e che cazzo. Che palle.

Qualche anno parlavo con il mio amico Mikhail – grande fan, come me peraltro, della saga di Final Fantasy – di come, effettivamente dopo il X, il gioco fosse decaduto penosamente. Era l’epoca di Final Fantasy XIII, e Mikhail, giustamente, mi faceva notare come tutto si risolvesse alla fine in unico, grande, corridoio immaginario in cui vai avanti senza sosta da un punto A fino a un punto B massacrando chiunque si trovi a portata, con l’intermezzo di qualche frase/discorso random volto a dare una giustificazione al nulla proposto, per poi diventare più cazzuto acquisendo nuovi poteri e menare ancora più forte . E ci tengo a precisare che FF XIII non è un gioco Open World, anzi, tutto il contrario, è un gioco “Dead End” se posso coniare questa definizione sfruttandola a mio vantaggio.
Far Cry 3 invece Open World lo è, ma paradossalmente soffre dello stesso problema di Final Fantasy XIII, in cui l’automazione dei movimenti, la pochezza dei contenuti, la stupidità dei nemici, la monotonia delle situazioni action mi fanno stancare in senso esistenziale. Queste qualità negative, nascoste sotto l’approccio pop/psichedelica/colori/droga/wow (oggettivamente tra i possibili valori intrinsechi del gioco) vengono a galla dopo un po’, riducendo questo promettente gioco a, appunto, un mega corridoio, però Open World, senza senso, in cui la vera unica grande sensazione che ho provato è stata quella del ‘Vuoto Ostile’.
