Il nostro prode inviato speciale da Londra, Progetto Crema, è stato al The Cave Community Event che era una roba a Londra in cui Ron Gilbert presentava a gente a caso il suo nuovo gioco The Cave (in uscita nel 2013 per Double Fine), e fondamentalmente ci è andato per far rosicare chiunque altro nel mondo.
Quindi niente, vi lascio alle parole di Progetto Dio Crema che, limortaccisua, voci di corridoio dicono abbia toccato il culo a Ron Gilbert.
Copons
Bene, dato che grazie al provvidenziale Pikkiomania abbiamo scoperto del The Cave Community Event ieri a Londra e siamo riusciti ad ottenere l’accesso, ecco il resoconto e i pensieri e un mucchio di sbrodolamento per aver incontrato (golly… grlpyt… fnrmmrfn…) Ron Gilbert, colui che ha segnato la mia vita per sempre, quindi se adesso lavoro alla Pokémon Company a Londra è solo colpa sua, ecco.
Premetto che ero abbastanza impreparato su questo The Cave e a incontrare colui che per me è mito, e arrivare a questo Park Plaza Hotel dove si teneva il tutto non aiutava di certo: limousine e limo-hummers bianchi di 15 metri che sfrecciavano, maggiordomi che aprivano le porte a genti ricche che prendevano i taxi, ricchezza, ristorante italiano che si chiama RISTORANTE ITALIANO, poi però vediamo le indicazioni per The Cave Community Event e le seguiamo, trovando altri due individui completamente fuori posto come noi che erano lì per lo stesso motivo.
Ma l’imbarazzo continua: guardaroba, banco degli alcolici con sommelier, succo di frutta ben nascosto nelle retrovie, caviale su cose a caso, micropizze, sushi, cose a caso messe a caso su altre cose a caso.
Ron Gilbert ci intercetta entro 60 secondi dalla nostra entrata e si presenta, vuole sapere chi siamo, con un bicchiere di vino in mano (non ricordo se era rosso o bianco per l’emozione), io mi sento come Guybrush quando incontra per la prima volta il governatore nella villa del governatore ma ancora meno loquace, riesco solo a dire il mio nome e che sono felice, ma no, ancora più felice di conoscerlo.
È una stanza scura con una decina di xbox collegate a schermi da 32” o giù di lì, più un maxi-LCD a parete, proprio bello grosso, dove si vede e si sente meglio tutto, e il primo impatto con il gioco è da sit-com: appena guardo lo schermo, un personaggio resta insabbiato in un bug di collisione e non riesce più a muoversi, Ron che era proprio lì interviene come solo la divinità suprema del mondo videoludico può fare, così, e con un gesto della mano fixa il bug. No va bè, ma nell’immaginario collettivo è andata così, invece mette una delle sue grandi mani (deve averne tantissime, in fondo è dio) sopra lo schermo e copre interamente ciò che sta succedendo parlando del più e del meno, una macchietta davvero ben riuscita, tutti ridono.
La build sull’xbox del megaschermo dev’essere fallata, perché ogni volta che mi giro a guardare c’è qualcosa che non va e la riavviano ogni 3×2. Ma insomma, passiamo al gioco.
All’inizio, una voce nella notte chiama i nostri eroi, credo, ad addentrarsi nella Cave, ma il volume degli schermi è basso e non si capisce una mazza nel chiacchiericcio della sala. Prime difficoltà: i 7 personaggi sono schierati davanti a un falò nella notte e qui tu devi scegliere il tuo personaggio, quindi puoi provarlo, scoprire la sua abilità speciale (anche se non si capisce bene a che serva sul momento), sceglierlo. Ho detto sceglierlo. Niente, 10 minuti in due a scervellarsi per cercare di scoprire come scegliere i 3 personaggi, ma alla fine, lampo di genio: non c’è bisogno sceglierlo! Una volta presone il comando, puoi semplicemente andare in giro a fare cose… con tutti e 7, per adesso, più divertimento per tutti!
I personaggi sono bellissimi: c’è il Cavaliere che mi ricorda un mix tra Brancaleone e il Cavaliere Nero dei Monty Python, la cui abilità speciale è tirare fuori delle ali d’angelo eteree e lasciarsi ispirare dalla divinità, e quindi cioè? Però bello! La dottoressa che è Velma di Scooby Doo con gli occhiali più aerodinamici e il camice da scienziata trent’anni nel futuro. Abilità speciale: risolve derivate e funzioni complicatissime senza lavagna! Anche qui, ma cos’è! Però bello! L’avventuriera, ovvero la sorella bruttarella di Lara Croft, o la cugina racchia di Indiana Jones, che però ha ormai superato i quaranta e come si sa i brutti invecchiando migliorano. Credo di essere l’unico ad averci visto una somiglianza con Marty Feldman. Abilità speciale: RAMPINO! Con questo ci si può già divertire nella demo! Il contadino, ha le scarpe grosse e sembra strafatto, ma forse è solo scemo. Crea una bolla di miasmi intorno alla testa che forse lo protegge dai gas nervini. Il monaco tibetano, lui medita ed evita di chinarsi per raccogliere gli oggetti, perché ha la telecinesi. I bambini gemellini creepy, capolavoro, che sono un personaggio solo e vanno sempre per mano, e come abilità speciale lasciano un ologramma dietro di sé. La donna afro-bionica: proprio così. Levita e fa zap! da una parte all’altra.
La squadra di 3 personaggi ricorda il gioco di squadra di Gobliiins e su un piano minore anche la sua struttura, ovvero come i 3 goblin avevano un’abilità speciale che, combinata con quella degli altri, ti consentiva di risolvere i rompicapo, anche qui ogni personaggio ha una sua abilità specifica da sfruttare per risolvere al meglio gli enigmi. Probabilmente nessuna è indispensabile, dato che puoi sceglierne “solo” 3. Purtroppo la demo giocabile non è così lunga, circa 10 minuti di gioco e un’intro + primo livello, e non c’è modo di verificarne l’uso in vari frangenti.
A me i platform non sono mai piaciuti, sicché inizio e penso Oddio no, un platform, dimmi di no, perché lo fai, poi però inizi ed è proprio fico, è un platform 2D a scorrimento orizzontale (si dice ancora così? Sono rimasto ai tempi dell’Amiga), le animazioni sono belle e se hai la soglia bassa della ridarella ti bastano per ridere sempre, e anche se il ritmo è molto più frenetico si respira quell’atmosfera da avventura alla Monkey Island dove devi fare cose senza senso per far accadere altre cose senza senso che scoprirai per caso che ti permettono di proseguire. È tutto molto buffo e intelligente.
Il gioco di squadra dei tre personaggi è alla base di tutto, infatti per risolvere alcuni enigmi devi usarli tutti e tre. C’è il multiplayer onscreen in contemporanea, anche se è un po’ complicato, e poi finisce che ci si picchia sicuri perché ciascuno può cambiare personaggio e controllarlo, anche se è già controllato dall’altro… ma ha l’aria di non essere definitivo.
Insomma, il gioco ci è piaciuto, e Ron Gilbert anche, a un certo punto, dopo circa due ore, mi sono fatto coraggio e ci sono andato a parlare, dovendomi mettere in fila con un tipo prima di me che gli aveva portato un suo disegno (bellissimo) basato su Monkey Island 3 da far autografare e un altro arrivato con la confezione originale immacolata di Monkey Island 2 per Amiga. Io non avevo un tubo, a parte un pennarello (preso lì) e il puzzle di The Cave (preso lì). Dopo aver rotto il ghiaccio, sono tornato a parlarci un’altra volta, ma siccome le interviste proprio non le so fare, ecco com’è andata: gli ho chiesto se il gioco rispetta la vecchia scuola dove non si muore mai, e ha confermato, o meglio, se un personaggio muore respawna nei pressi, a distanza di sicurezza dal pericolo. Poi gli ho chiesto se la somiglianza del cavaliere con il cavaliere dei Monty Python, e quella dell’avventuriera con Marty Feldman, erano intenzionali. Sul cavaliere ha fatto intendere che in effetti qualcosa potrebbe richiamarlo, anche se non è intenzionale, mentre su Marty Feldman, mi ha pregato di non dirlo davanti al personaggio perché potrebbe non prenderla molto bene, comunque no, non ci aveva pensato. Quindi, sono passato a dire stronzate a caso e a farmici fare la foto insieme, perché così tutti mi invidiano.
The Cave uscirà nei primi mesi del 2013 per Xbox, PS3, Wii U e PC. La versione per PC, però, potrebbe non supportare il multiplayer e potrebbe avere qualche ritardo rispetto alle altre, cosa che per la maggior parte di voi non rappresenta un problema ma per me che ho solo una vecchia Wii e un Nintendo DS sì.
Però ho lasciato un messaggio d’amore anonimo a Ron Gilbert su un foglio vicino al merchandising con un uni posca dorato.
Progetto Crema