Se non vi è venuta la nausea volando sulle astronavi anni ’80, gli shoot ‘em up della decade successiva vi torceranno letteralmente le budella.
Ripartiamo dalle basi
Dopo aver raggiunto un ragguardevole livello di innovazione con R-Type, per molto tempo gli shoot ‘em up vedranno una battuta d’arresto.
Lo dimostra il fatto che il primo sparatutto degno di nota che incontriamo negli anni ’90 non porta niente di nuovo al genere, tuttavia sarà molto apprezzato dal pubblico.
Sto parlando di Raiden. La Tecmo ci porta questa volta sulla Terra invasa da alieni che guidano caccia da combattimento e altri mezzi corazzati, disegnati con poca fantasia. Il gioco riscuote parecchio successo, Raiden diventa il cabinet d’elezione degli stabilimenti marittimi. La fila è lunga e i ghiaccioli si sciolgono in fretta. Dopo anni sono arrivato alla conclusione che a decretare il successo di questo titolo furono la grafica e soprattutto il power up dell’arma laser che lo faceva diventare una spece di fettuccina gigante in grado di incenerire qualunque cosa le si parasse davanti.
1991 – Capcom e le tre meraviglie (ma noi ce ne facciamo bastare una)
Il 1991 è un anno di grazia per la Capcom. Non ci si può girare in sala giochi senza vedere la classica scrittona gialla e blu. Tra i tanti giochi (usciranno sopratutto picchiaduro a scorrimento), uno fa parlare molto di sè. Sto parlando di Street Fighter II. Direte voi: ma non è la storia degli sparatutto? Ovviamente sì. Parlo di SFII perchè a causa della sua nascita il titolo di cui parlerò tra poco passerà piuttosto inosservato.
Il gioco in questione è Three Wonders, una collezione di tre giochi: platform (bellissimo), shoot ‘em up (bellerrimo) e un puzzle game (a cui non ho mai visto giocare nessuno). Ovviamente mi soffermo sul secondo gioco, Chariot. Chi ha giocato questa splendida avventura volante, lo ricorderà sicuramente per i boss più belli mai visti in uno sparatutto, l’atmosfera fantasy e i disegni meravigliosi. Un mese dopo esce Street Fighter II, bel tentativo Chariot.
Nello stesso anno SNK distribuisce Alpha Mission II (più conosciuto come ASO II), un titolo destinato a rimanere inciso nella storia del genere. Nonostante ASOII riscuota meno successo rispetto al precedente Alpha Mission, è considerato oggi uno dei migliori sparatutto degli anni ’90. La caratteristica che ha reso questo titolo un must risiede, oltre che nelle musiche e nella grafica, nella possibilità di potenziare la nostra navicella con delle armature che si agganciano all’ astronave, dotate di armi speciali devastanti.
1992 – La saga Aero Fighters
Gli anni ’90 vedranno il quasi totale abbandono delle ambientazioni spaziali. Non fa eccezione la saga di Tecmo Aero Fighters (Sonic Wings in Giappone). Questo titolo riscuoterà un discreto successo, grazie ad un curioso sistema di scelta del personaggio. Quattro nazioni rivali mettono a disposizione 2 piloti ciascuno (uno per il Gp1 e l’ altro per il Gp2) che differiscono nel modello di aereo, sesso e attacco secondario. Il gioco avrà due capitoli successivi uno nel 1994 e uno nel ’95, che miglioreranno sopratutto l’aspetto grafico senza portare innovazioni particolari. Chi vuole giocare il primo episodio può farlo qui.
Una menzione d’onore va fatta per il boss finale del primo capitolo.
1993 l’inferno sulla Terra
Il muro di Berlino è caduto, l’ Unione Sovietica è crollata. Dal Sol Levante si leva un vento caldo, molto caldo, infernale. Toaplan produce e distribuisce Batsugun. Il gioco è spettacolare, frenetico, le navicelle sono molto dettagliate, si possono scegliere i classici tre personaggi, ognuno con le sue skillz, i proiettili sullo schermo sono tantiiiiiiissimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii e BOOOOOM.
Batsugun inventa un nuovo modo di concepire lo shoot ‘em up, nasce il Bullet Hell.
Nel 1993 un gioco mostra al mondo di cosa è capace il Super Nintendo. Avvalendosi della tecnologia del chip Super FX (che rende la grafica 3D più credibile), Nintendo distribuisce Star Fox. La grafica all’avanguardia accontenta pubblico e critica, Fox McCloud diventa uno dei personaggi che rimarranno nei cuori dei fan Nintendo. Il gioco avrà un seguito e uno spin-off ufficiale su GameCube.
Verso la metà degli anni ’90 il genere ha una nuovo stop. Le console come PSX e Saturn cominciano ad allontanare dalle sale giochi il pubblico, ormai qualitativamente esigente, spostando l’attenzione su giochi graficamente più accattivanti e dai contenuti più maturi.
1995/1997 – Facciamo a chi ce l’ha più grosso
Passata la metà dei ’90 la grafica non è più un problema per nessuno, ormai il criterio di giudizio di un buon sparatutto sta soprattutto nella difficoltà e negli effetti scenografici. Sicuramente chi detiene il primato di attacchi e smart bomb più cazzuti sono DonPachi (Ape Regina in giapponese) del 1995 e DoDonPachi del 1997. Musiche prog-metal ci accompagnano mentre voliamo tra cieli pieni di proiettili colorati che cercano di farci fuori. Le navicelle selezionabili nel frenetico titolo Cave/Atlus, come al solito sono tre (in realtà la terza è un elicottero), sono tutte già accompagnate da due piccoli pod gemelli e hanno:
- attacco normale (cambia a seconda della navetta scelta)
- attacco beam (un laser lunghissimo che però rallenta il movimento)
- smart bomb
e un’attacco combinato che nel peggiore dei casi occuperà l’intero schermo. Distruggendo più di dieci nemici in rapida successione un contatore apparirà tenendo conto dei bersagli abbattuti ed aumentando il punteggio dei singoli nemici man mano che essi vengono distrutti; se il giocatore non riesce a proseguire la combo in meno di due secondi, questa viene resettata e il contatore torna a zero.
DonPachi e Dodonpachi sono pura frenesia mista a sudore freddo, non si riesce a stare fermi un millisecondo, il livello di sfida è molto alto, gli amanti del genere sono più che soddisfatti.
Con l’ uscita del mediocre Zed Blade nel 1995 si chiude ufficialmente l’età dell’oro degli shoot ‘em up. SNK proverà addirittura a mescolare il genere shooting e il puzzle game con Twinkle Star Sprites. Tentativo apprezzabile, ma è il canto del cigno.
1996/2011- Un uomo solo compie un passo lento verso il futuro. Il Touhou Project
Mentre tutte le grandi softwarehouse sono impegnate dal mercato mondiale a sfornare capolavori per le console di mezzo mondo, un uomo misterioso che si fa chiamare ZUN dà vita ad un progetto di proporzioni mastodontiche.
Touhou è un gioco che svilupperà una trama nippo-fantasy lunga tredici episodi (più alcuni spin-off ufficiali), l’ultimo dei quali è stato distribuito appena un anno fa.
Si tratta di una serie di Bullet Hell (ad eccezione di alcuni episodi) pensati esclusivamente per il mercato dei personal computer. Nel Regno di Gensokyo seguiremo le gesta della giovane sacerdotessa Reimu Hakurei. Intorno a lei si incroceranno le strade di moltissimi personaggi di cui sinceramente non so nulla e per contarli non bastano tre vite.
Se nei primi episodi la grafica era limitata dalle basse prestazioni del NEC-PC 9801, con l’ intervento di Microsoft e la distribuzione su Windows il gioco viene portato su un livello grafico più alto. Il successo è assicurato e genera un movimento di fan accaniti e merchandise di ogni genere, soprattutto in Giappone (chissà perchè?).
Ecco una breve evoluzione del gioco:
- Touhou 2: The Story of Eastern Wonderland 1997
- Touhou 5: Mystic Square 1998
- Touhou 7: Perfect Cherry Blossom 2003
- Touhou 13: Ten Desires 2011
Serve altro per innamorarsi di questa serie?
1998 – 1999 niente di nuovo sul fronte orientale
Siamo ormai alle battute finali, il carburante a disposizione si sta lentamente esaurendo, quindi andrò il più velocemente possibile. I pochi giochi che usciranno non aggiungeranno niente di nuovo a ciò che abbiamo già visto. Titoli degni di nota in questi ultimi anni sono Blazing Star (SNK) del 1998 a cui va il merito (secondo Wikipedia, ma di nuovo: ci fidiamo?) di aver diffuso il termine FAIL come lo conosciamo oggi.
Guwange (Cave/Atlus) del 1999 a cui va il merito di aver ripreso un idea tremenda come Ninja Commando e di averla resa fica.
A chiudere la sfilata è un ottimo titolo che Siter Skain fa uscire solamente per PC, Kamui.
Shoot ‘em up del nuovo millennio
Siamo nel 2000 e il carburante è finito. Le sale giochi hanno lasciato il posto ai videopoker, tutti ormai giocano dal proprio divano con le loro console nuove di pacca.
Proprio dal mercato delle console partirà la nuova generazione di shoot ‘em up, a cui spetterà il difficile compito di trovare del nuovo quando ormai si sta raschiando il fondo del barile.
Un laser nella mano e una musica nel cuore
Nel freddo e triste novembre 2001, United Games Artist si fa strada nell’ universo shoot ‘em up a colpi di drum ‘n bass con lo psichedelico REZ. E’ un successo di pubblico e critica. REZ è un rail shooter che ci fa volare all’ interno di una fitta rete telematica infestata da virus e bug che dobbiamo distruggere con laser e missili. La musica gioca un ruolo determinante nell’ esperienza ludica. Ogni movimento, laser, missile, esplosione sarà accompagnato da una variazione del tema musicale di sottofondo. Insomma, giocando con un buon dolby surround farete incazzare parecchio i vicini.
Po-po-po-po-polarità Dolphin
Sempre nel 2001 un piccolo gioco fa parlare di sè. Treasure e SEGA fanno uscire nelle sale giochi (giapponesi ovviamente) Ikaruga. Per la prima volta nel genere viene introdotto il concetto di polarità. La nostra navicella può cambiare due tipi di polarità (rossa o blu). Solo colpi di polarità opposta potranno danneggiarci, quelli della stessa polarità servono ad accumulare energia per sparare il bombone mortale. Al contrario dei giochi con grafica 3d precedenti che facenvano sembrare tuttò piattissimo, Ikaruga ha una grafica di tutto rispetto, una colonna sonora cazzuta e movimenti fluidissimi. Successo assicurato.
Nel 2011 Ubisoft scopiazza questa idea della polarità sostituendola con luce e oscurità per far uscire il bellissimo platform Outland. Non credo ci sia di mezzo un avvocato, ma il plagio è palese.
Le tue idee possono renderti grande
Nel 2003 esce per Xbox Project Gotham Racing 2. Il gioco non era granchè, tuttavia nascondeva al suo interno una piccolissima perla. In PGR2 era possibile giocare ad un mini game dal nome Geometry Wars. Il giochino è fantastico e si passa più tempo lì che nelle corse clandestine; alla luce di questo curioso evento Geometry Wars viene restaurato e ridistribuito due anni dopo per il mercato Live Arcade di Xbox360.
Il gioco consiste nel sopravvivere agli attacchi continui di navicelle dalle forme geometriche e fluorescenti. La nostra navetta a forma di C spara in tutte le direzioni ma l’area in cui ci si può spostare è davvero limitata e ben presto ci si trova circondati dai nemici.
Ritorno alle origini (operazione nostalgia)
Il Live Arcade è un’ottima risorsa quando c’è carenza di titoli buoni da giocare su console. Il mercato è migliorato negli anni come un buon vino (tiè, che metafora originale). Proprio sul mercato Live Arcade fa capolino nel 2008 un amico di vecchia data, il compagno di scuola che non vedevate da tanti anni. No, non è Fabris, è Galaga Legions. Namco (che nel frattempo è stata comprata da Bandai) ha completamente restaurato il concept e la grafica del capolavoro degli anni ’80. Adesso la nostra astronave si può spostare per tutto lo schermo, che ad ogni livello sarà invaso da delle linee che segneranno il tragitto dei nostri nemici. Il nostro compito è quello di annientarli nel minor tempo possibile e con il punteggio più alto. Nel 2011 il gioco viene nuovamente migliorato con Galaga Legions DX che lo rende più frenetico, più difficile e divertente, un must per nuove generazioni e vecchi nostalgici.
Cari lettori, siamo davvero giunti alla fine del nostro viaggio. Come in ogni articolo che si rispetti vi invito a riempire le lacune dei titoli, mica potevo metterceli tutti, ma lo sapete quanti cazzo sono gli sparatutto verticali, orizzontali, isometrici, a rotaia, a cerchio, a semicerchio a tronco de cono…?
Ora lo sapete.