Gioca Giuè

Il blog di videogiuochi che non stavate aspettando altro

Lui almeno stamattina alle 7h00 non era al pronto soccorso.

Oggi è il mio compleanno e visto che sto malissimo, vi racconterò del compleanno più triste della mia vita (quello di quest’anno è in top 3 comunque, insieme a quello narrato e a uno che mi hanno fatto una multa per guida contromano).

I nati in estate si trovano presto a scontrarsi con l’annoso problema della propria festa di compleanno. Tutti gli amichetti sono già in vacanza e o ci si trova anche noi in vacanza e quindi ci si diverte a prescindere, oppure ci si trova in città, da soli, che magari i genitori quel giorno lavorano pure, a rompersi il cazzo.

Parliamo del 7 luglio di più di 15 anni fa, giorno feriale, io a Roma, nessun amico in città e i miei entrambi in ufficio.
A quei tempi internet non c’era (o almeno non a 10000 miglia dal MIT, e anche fosse io non lo avevo), quindi non avevo ancora hard disk pieni di serie tv da guardare.
Avevo uno SNES e nessun gioco nuovo da giocare, visto che per il regalo avrei dovuto attendere il ritorno dei miei la sera.
Insomma: mi rompevo le palle ed ero triste perché non avevo nessuno con cui condividere la mia rottura di palle.

Ravanando tra i cassetti della mia camera, trovai un gioco che mi aveva prestato non ricordo chi e che non avevo mai giocato.
Era Goof Troop, era lì, era l’unico che non avessi mai squagliato, soffiai sotto la cartuccia e lo inserii nello SNES, sostituendolo a Secret of Mana che essendo un RPG in inglese e io allora non sapevo l’inglese, quindi mi faceva cagare, però tentavo sempre di giocarlo ugualmente, senza grandi svolte.

Pure la copertina non ispirava tutta sta gioia…

Vabbè insomma, accendo Goof Troop (franchise Disney con Pippo e suo figlio di madre ignota Max, sviluppato nientepopodimeno che da Capcom).
Una merda.

Cioè, aveva un suo senso e tutto, eh. Intendiamoci, ero un bimbino che cazzo ne sapevo io di level design, giocabilità e cose così. Ora per dire, saprei che Goof Troop è stato sviluppato da un certo Shinji Mikami, che non solo aveva fatto pure Aladdin (versione SNES, quella figa che lanciavi mele, non quella busta MD che avevi la spada), cioè uno dei miei giochi preferiti in assoluto, e che di lì a poco avrebbe sviluppato un certo Resident Evil che bene o male tutti conoscerete.

Aladdin (MD) con la spada = busta
Ogni screenshot di Aladdin per SNES trasuda allegria e gioia di vivere

Sì, ma nel 1994 o giù di lì, io di chi fosse Shinji Mikami non ne avevo idea, né me ne poteva fregare qualcosa, sia chiaro.
Ero solo e triste, volevo solo un gioco fico, immediato, niente inglese incomprensibile tra le palle, un rassicurante platform, magari, con nemici che sai subito come sconfiggere, niente enigmi se possibile, niente complesse combinazioni di tasti. Un cazzo di scacciapensieri, un Gig Tiger, un Tetris, che ne so.

Non certo un gioco da solitari compleanni.

E invece Goof Troop era un action/puzzle game diviso a stanze, con enigmi in ogni stanza; backtracking (mi pare senza mappa peraltro) continuo tipo di portare oggetti da una parte all’altra del mondo per risolvere enigmi; cose da calciare avanti e indietro – che poi si fermano solo quando trovano un ostacolo – per posizionarle sui classici pulsantoni apriporta; un pratico arpione che però i nemici non li uccide, ma li allontana solo, e per ucciderli invece basta lanciarli una noce di cocco in testa.
Insomma, capisco che a leggerlo così sembra il gioco definitivo, ma vi assicuro, quello fu il compleanno più triste della mia vita. Anche perché dopo 5 ore di gioco annoiato, ho salvato (cioè, mi sono ricopiato su carta la password che mi ha dato il gioco, perché Goof Troop non aveva un sistema di salvataggio…) e quando quella sera ho riacceso lo SNES avevo perso il foglietto.


Il proprietario del blog e gli autori degli articoli dichiarano di non essere responsabili per i commenti inseriti dai lettori che saranno i soli responsabili delle proprie dichiarazioni, secondo le leggi vigenti in Italia. Eventuali commenti, lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze, non sono da attribuirsi agli autori, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata.