Mi trovo così a inaugurare la sezione delle Recensioni Pregiudiziali, tanto caldamente voluta dal mio coaucoso Pikkio, e non posso esimermi dal farlo parlando proprio del gioco che tanto hype sta avendo nelle frasette dei miei contatti MSN.
Introduzione
Qualche tempo fa nel mio negozio di fiducia che consiglio vivamente a tutti senza però dirne il nome, entrò Pino Insegno, attore noto ai più per aver dato la voce al figlio di Arathorn nella trilogia del Signore degli Anelli, di cui peraltro vanto il ricordo di aver visto tutta l’extended in una sfiancante maratona corroborata da sonno durante il pezzo degli Ent che cantano per venti minuti.
Questo aneddoto, raccontatomi da uno dei due clerks del negozio, quindi prendetelo con le pinze che raccontano un sacco di cazzate, vede quindi il nostro Pino comprare cose e poi chiedere informazioni sul prossimo venturo gioco Heavy Rain, ipermega produzione Sony che ai tempi era ancora in fase di ultimazione.
Il clerk risponde quanto lo stesse attendendo, così il nostro Pino dichiara, con malcelato fomento:
Cazzo ‘sto Heavy Rain è un giocone! E te credo, lo sto a doppià io!
Il clerk allora gli chiede qualche spoiler a caso, tipo chi fosse il cattivo finale e cose così, ma il nostro Pino è abbottonatissimo:
Ah boh, e che ne sò? Quelli c’hanno dato un copione che pare un mattone, io già nun me ricordo più ‘n cazzo!
Il nostro Pino.
Conclusione
Saltando a piè pari lo svolgimento perché questa è solo la recensione pregiudiziale, quindi oh, Heavy Rain narra di un serial killer che ci piace ammazzare bambini.
Li rapisce, poi infastidisce i genitori facendogliela credere, e alla fine lascia il cadavere del pupo vicino a una ferrovia con un origami in mano e un’orchidea sul petto. Da cui i media – fingendo di non notare l’orchidea, perché i fiori sò da froci – gli affibiano il nome “killer dell’origami”.
Mettete questa trama dentro una puntata di X-Files e avrete una precisa idea di cosa vi attende in Heavy Rain.
Post Scriptum
Già prima della pubblicazione di questo articolo, molti di voi mi hanno scritto per chiedermi come mai il titolo del medesimo sia così orrendamente tagliato.
È semplice, cari lettori.
Grazie all’Hype su MSN™, un mio caro amico ha scritto in frasetta “Un Origami nella Mano, Un’Orchidea sul Petto”.
(Per la verità ha scritto “Un Orchidea” senza apostrofo. E lo dico così, tanto per sputtanarlo. Purtroppo gliel’ho fatto notare e l’ha corretto, quindi la storia mi darà torto, ma io so di essere nel corretto!)
Io però che ho la finestra stretta perché di solito al computer faccio anche altro oltre a cazzeggiare, leggevo solo “Un Origami nella Mano, Un’Orchidea su”.
Che poi la prima cosa che ho pensato era che il mio amico fosse troppo avanti e avesse scritto “Un Origami nella Mano, Un’Orchidea su per il Culo”, ma non era vero.
Così l’ho scritto io nella mia frasetta.